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Atlantico riceve la certificazione di triplo disco di platino.
In questo lunedì pre-natalizio è arrivata la certificazione di triplo disco di platino per Atlantico, che Marco ha annunciato con un divertente post in cui indossa una t-shirt imitazione con su scritto “Adriatico”.
Nella notte invece è uscita la quinta puntata della serie Il Riff Di Marco Mengoni, il podcast di interviste di Marco.
Negli episodi precedenti Marco ha chiacchierato con Beppe Sala, che ha raccontato il percorso che lo ha spinto a candidarsi come sindaco di Milano, e con Sofia Viscardi, con la quale Marco ha riflettuto sul futuro dei Millennials. C’è stato anche l’incontro con Neri Marcorè in cui si è parlato delle loro passioni in comune, e infine con Antonio Dikele Distefano, che gli ha raccontato di com’è riuscito a trovare la sua strada grazie alla curiosità e all'intraprendenza.
L’ospite di questo nuovo episodio è il conduttore e showman Alessandro Cattelan, il quale tra battute e aneddoti ha raccontato a Marco di sé, del suo percorso professionale e delle figure che più hanno influenzato la sua carriera.
“La folgorazione che mi ha fatto capire che la televisione sarebbe potuta diventare la mia strada è avvenuta guardando il David Letterman Show, non perché ambissi a diventare come lui, perché è inarrivabile, ma mi piaceva il suo mondo e ho cominciato ad approfondire quel genere televisivo”, racconta Cattelan. “Io sono cresciuto con i programmi che facevano ridere come Drive-In prima e Mai Dire Gol poi, quando ero piccolo mi piacevano moltissimo, ma da quanto la televisione è diventata un lavoro il genere che mi appassiona è quello di David Letterman”.
Nel dialogo tra Alessandro e Marco trovano spazio anche confronti su temi importanti come la necessità di affrontare la vita sempre con rispetto ed educazione o la gestione delle critiche degli hater sul web:
“La cosa che mi crea più disagio nella vita è la mancanza di educazione. Sui social non riesco a trattenermi dal rispondere a quelli che hanno la spocchia di volerti insegnare qualcosa: non sono sensibile a chi insulta o a chi magari fa una battuta, che a volte mi fa anche ridere. Sono quelli che ti vogliono spiegare come fare il tuo lavoro che mi fanno ribollire il sangue, i sapientini. Con questi mi sono imposto però la regola di dialogare nel modo più asettico possibile, chiedendo, per esempio, di spiegarmi esattamente il significato delle loro affermazioni ed entro un paio di messaggi non ribattono più perché sono spinti solo dalla voglia di criticare.”
La chiacchierata si chiude, come sempre, con la domanda sull’elemento ricorrente nella vita del protagonista della puntata che, esattamente come il riff in una canzone, si può considerare il tratto distintivo della sua vita e della sua carriera. Per Alessandro Cattelan è la speranza di riuscire a regalare alle persone un sorriso:
“Mi piace pensare che le persone vedendo Alessandro si facciano una risata, non perché io sia un comico, ma perché nelle cose che faccio cerco di avere rispetto per l’intelligenza del pubblico, sperando di infondere un sentimento positivo. L’idea del Late Show mi piaceva proprio per questo, per essere l’ultima cosa che una persona guardava prima di andare a dormire rilassata, con il sorriso”.
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